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| Le due facce del tifo Viola. Riccardo Targioni.
Un mio caro amico dice sempre: “ci vorrebbero due squadre a Firenze. Ce ne vorrebbe due perché io con tanta gente che dice come me di tifare Fiorentina non ho assolutamente niente a che spartire. Non ci accomuna niente e a festeggiare con loro mi sento decisamente a disagio.” Molto probabilmente se domani a Firenze ci fossero due squadre, poi ci sarebbe l'esigenza di farne 4 e poi 8. Ma una cosa è innegabile. Gli ultimi 20 anni hanno inesorabilmente scisso il modo di approcciare alla Fiorentina. Gran parte del tifo, complice il fallimento e il sapiente lavoro svolto da DV nel cavalcarne il trauma, ha cominciato ad approcciare al tifo come dei clienti, anzi no… come dei sudditi. Si, perché il cliente se non è soddisfatto del prodotto fa reclamo o in alternativa sceglie altro. Il suddito no. Il suddito è devoto al suo signore e salvatore e lo appoggia in tutto quello che fa, in maniera aprioristica e totalmente priva di senso critico. Sempre pronto a genuflettersi in giubilanti ringraziamenti per ogni briciola che gli viene concessa. Sabato sera, quando sentivo il clacsononante strepitio dei caroselli, pensavo a quando, nel punto più basso di quella che considero tutt'oggi la peggior gestione della storia della Fiorentina, il nostro medioevo, cioè l'era Della Valle, la maggior parte del tifo si indignava per lo sbandierato obbiettivo settimo posto. Oggi per lo stesso obbiettivo facciamo i caroselli. E non mi venite a raccontare che erano 4 anni che lottavamo per non retrocedere. Perché in un mondo normale, sono le lotte per non retrocedere un buon motivo per contestare e non il settimo posto un buon motivo per fare i caroselli. “Ma sei triste”, “impara a godere” “goditi il momento” A me piace godere per le soddisfazioni quelle vere. Nella vita ho reali gioie di cui godo, non ho bisogno di elevare a gioie quello che dovrebbe essere il minimo indispensabile. Per me tristi siete voi. Ad inizio gennaio avevamo la possibilità di mangiarci una bistecca con le patate arrosto e la nostra proprietà ha deciso di farci trovare nel piatto una briciolina con due foglie di insalata. Il suddito esulta e ringrazia per non essere rimasto con il piatto vuoto. Il tifoso si incazza per la Bistecca che gli hanno tolto da sotto il naso. “Ma cosa pretendi? Non mi pare tu sia abituato a fare i caroselli per le grandi vittorie.” No. Ma ho la dignità di non farli per le briciole. Due modi totalmente opposti di tifare: uno ambizioso e sognatore , un altro mediocre e rassegnato. Entrambi legittimi, ma incompatibili. E visto che le due squadre non sono realizzabili e nemmeno proponibili, quale può essere la soluzione? Una proprietà ambiziosa è la soluzione! Una proprietà che contagi l'ambiente, che attiri dirigenti allenatori e giocatori ambiziosi come lei, invece di farli scappare altrove. Una proprietà che ci permetta di affezionarci di nuovo ai tesserati, invece di mettergli la piazza contro per farli passare da traditori e prendere gli applausi per le plusvalenze. Una proprietà che voglia fare prima il calcio e poi, eventualmente, il mattone. Una proprietà che ci faccia sognare per i campioni che acquista e non per le plusvalenze che fa quando li cede. Una proprietà che ci faccia fare i caroselli per le vittorie e non per i piazzamenti a metà classifica, perché le briciole dividono, ma le vittorie fanno tornare tutti tifosi. “Ma una proprietà così non esiste!” Probabilmente. O magari… è semplicemente la prossima.
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